sabato 27 ottobre 2012

Esecuzioni - Duo d'assoli


Due nell'acquario del Novecento
Mauro Marino

Il danzerino e la danzerina, nell'acquario del Novecento, corrono, s'inseguono, si sfiorano, fanno clamori, pianto, offrono il proprio corpo: "Tho! Tho!, Tho!", ogni tanto dicono. Prendi, prendete, son pezzi di corpo e il corpo quasi mai corre sul filo della logica, sempre sfugge, rompe, smargina.... Astrae. Mai si guardano il danzerino e la danzerina, pesci nel liquido amniotico della memoria: sanno, confondono il sapere, la conoscenza assorbita, vissuta. Ciò che sono.
Il Novecento, di quella carne loro sono. Ce lo dicono gli abiti che indossano, il lampadario che illumina, certi gesti, le malinconie soffuse, l'eco dei maestri, la lite che il pesce femmina accenna in apertura, il piccolo chiasso, le smorfie, i comandi per segnare i gesti... Il Novecento lo trovi, lo senti, lo vedi nella trama musicale dello spettacolo che, ad un ordito "sinfonico" (Arvo Pärt?), infila rumori di biccheri, di cavalli, di variazioni festaiole marchiate dalla fisarmonica, di pioggia sul finale, quasi a siglare l'irrimediabilità di un Epoca che nel suo umido muore... Corpi iconici quello del danzerino e della danzerina, pesci in un acquario dove il Tempo "conta", l'esercizio che se ne fa, conta, a fare l'Età, l'esperienza, il bisogno della dis-armonia lasciando che la nostalgia sia porto, partenza e approdo di narrazioni, di frame da donare, semplicemente donare a chi è di là dal "vetro"-sipario, nella vita!

(Su "Esecuzioni. Duo d'assoli" – di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, Open dance – Cantieri Teatrali Koreja 26 ottobre 2012)

sabato 20 ottobre 2012

Kalimeriti

Sapete com'è Calimera? Una capitale! Così l'ho sempre percepita. Sarà per il nome che ha eco greca nel suo suonare... il buon giorno ad un intero territorio che abbiamo imparato a conoscere, specie in questi ultimi venti anni, come orgoglioso e capace di produrre una sua forte connotazione culturale; sarà per la natura propria dei suoi cittadini che, quell'orgoglio, quella particolarità, la interpretano quotidianamente con creatività e passione.
Il mito della Grecìa (quella con la “i” accentata) è nato (ri-nato) lì, a Calimera, intorno ad una pietra... già una pietra... La Stele, quella che da Atene giunse in dono a celebrare e a rendere indissolubile un legame che già aveva radici profonde.
Ad irrorarle quelle origini, a dare linfa ad un'energia sempre tesa nella "nostalgia", nella mancanza, nel desiderio del “tornare”.
Questione greca insomma... quella dell’erranza, del sentirsi nel mondo mediterraneo (nel Mondo) interpreti ed ospiti. In viaggio, insomma, pur avendo forte la casa... l’appartenenza!
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Leggiamo: "La Stele, opera del IV sec. a.C., è stata generosamente donata da Atene a Calimera nel 1960. (Nel 1957, l'allora Sindaco di Calimera, Giannino Aprile, aveva indirizzato al Sindaco di Atene una lettera chiedendo un avanzo architettonico o, almeno, un sasso dell'Acropoli come simbolo della comune origine e di un'ideale continuità di rapporti).
E' di puro marmo attico e proviene dal Museo Nazionale di Atene. Reca incise le parole Patroclia di Proclide da Atmon, località presso Marussi, nei sobborghi di Atene, dove venne rinvenuta.
La Stele, di fattura perfetta, con un bassorilievo rappresentante il Saluto di Patroclia, è sormontata da una palmetta ed è ornata di fiori simboleggianti la serenità rassegnata della morte.
E' uno dei migliori esemplari di monumenti funebri conosciuti: per la sua perfetta armonia incanta chi la guarda anche se il bassorilievo centrale è un po’ corroso dal tempo e il fusto, rotto trasversalmente, è saldato.
E' sistemata nei Giardini Pubblici in una edicola in pietra viva di Soleto".
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Ecco, quella, la Stele, "La Pietra della Memoria" sarà al centro di una riflessione, promossa dal gruppo che si incontra intorno al profilo Facebook "Kalimeriti", l'appuntamento, il prossimo martedì 30 ottobre, alle 19.30, al Nuovo Cinema Elio.
Parteciperanno lo scrittore Rocco Aprile, lo scultore Alfredo Calabrese, Renato Colaci del gruppo “Kalimeriti”, l'operatore culturale Luigi Garrisi, l'esperta di restauro Sofia Giammaruco, l'attore e ricercatore Brizio Montinaro, l'archeologa del Museo Provinciale  Annalucia Tempesta, l'assessore alla cultura di Calimera Leo Palumbo e Luigino Sergio presidente dell'Unione dei comuni della Grecìa Salentina
Nella serata la musica e le voci di: Ghetonia, Malagapi, Raffaella Aprile, Antonio Castrignanò, Ninfa Giannuzzi, Emanuele Licci, Andrea Tommasi.
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 L’idea è quella di un restauro della Stele, di un ragionamento intorno ad essa, intessendo testimonianze, ricordi, proposte... Una serata da non perdere, conoscendoli quei kalimeriti certo offriranno sorprese...

sabato 13 ottobre 2012

Radioflo con Post Office

C’è, nell’ascolto, la con-fusione dei sensi. Nell’abbandono, la sensualità del capire, del capirsi attraverso l’opera dell’altro che viene in dono nella forma che il miracolo creativo ha scelto.
Tu, l’opera e il tempo... Una singolarità...
Poi, ci sono i mediatori, i sensibili, capaci di farsi traduttori del loro sentire, di fare opera con l’opera degli altri. Un gioco di rimandi che cresce quel valore che tutti chiamiamo cultura, “succo”,  essenza...
Di due sensibili-mediatori voglio raccontare... di due illuminati e degli alleati che si son scelti per far opera di divulgazione delle loro passioni culturali e dello stile che le traduce...
I libri, la scrittura, gli autori  hanno un nuovo luogo: una casa, una scansia, un angolo dove poter scegliere di aprire pagine per far dono di senso, di emozioni, di significazioni. Una casa che entra nelle case... on line più che on air com’era per le ormai vecchie radio... ecco l’indirizzo: http:// www.radioflo.it/. Nel ricco palinsesto una nuova trasmissione, un programma che sperimenta con e intorno ai libri. si chiama “Post Office. Quando la Letteratura incontra ed intreccia sogni, ossessioni, riflessioni, attualità. Narrazioni, descrizioni, argomentazioni diluite e miscelate a suoni, rumori e note si diffonderanno dal pc per stuzzicare l'immaginazione, offrendo un'insolita compagnia”. Va in onda ogni mercoledì alle 20.00, in replica il lunedì alle 13 e la domenica alle 12.
La magia la tenta e la conduce  Ilaria Pellegrino. La pozione che propone   mischia il romanzo con la vita: “Vorrei che ognuno trovasse un po' di se stesso in ogni racconto. Finita la trasmissione vorrei che dicessero "spengo tutto e vado in libreria!". Non parlerò solo di grandi autori, ma proverò a creare una rete anche con gli autori locali”. La prima l’ha dedicata al “brivido”  Bukowski, per rendere omaggio al libro che da il titolo al programma.
Con i libri, la musica. Quella, la cura Antonio Rosato, meglio conosciuto come Kumaro Gogollo, dj con esperienze berlinesi. “Lui è veramente bravo, - dice Ilaria Pellegrino -  sempre in cerca della musica giusta pescando nell’underground, nell’elettronica nel "pop d'autore". Vorremmo fare così, rendere la "sua" musica e il mio "raccontare" interdipendenti,  un unico fiume, un flusso emozionale, dove trovare rifugio, per lasciare l’ordinario e rilassarsi, per un paio d'ore”.
Rilassarsi... Ottima proposta! A che dovrebbe servire, se no, la cultura, quella delle sospensioni, quella densa di senso, quella che ti porta nell’immaginare avanti e indietro nelle malìe della conoscenza? A lasciare il Mondo; il suo travaglio, che solo nelle faciture dell’arte trova costrutto, forma, ordine... Altre alchimie di Ilaria Pellegrino le tenta in rete con la scrittura de Il Gazzettino dell'Assurdo su Blogspot... Ma di questo parleremo un’altra volta...

venerdì 5 ottobre 2012

Daniela Liviello - Beatitudine dello scorrere

Viene da lontano la musica. Si confonde con il tempo: le ansie, i palpiti, il battere del cuore fanno la partituta, giocano le note, scrivono probabili melodie nel "ma" che inciampa...
Muove, continuamente muove la musica. Le parole fanno appiglio. Scavo lento alla pietra. La segnano ricordadogli quanto è lontana la prima volta... Daniela Liviello è di questa materia, parte di questo scavo. Le parole che usa dettano un modo, il modo, di stare al mondo facendosi acqua. Somigliandole noi , che siamo condannati allo stare. Al fermo di un corpo che il fluire lo impara sfidando il Tempo, con i travagli delle Età.
C'è tutto il Salento tenuto, in trentasette pagine nelle sue "Litanie d'acqua", raccolta di versi edita da Lieto Colle. Non il Salento del continuo onomastico della propaganda. No, non quello che vogliono farci credere esistere, il suo è quello custodito nell'istantanea del desiderio che, nell'Antico, conferma la sua natura sfugente... come il carattere volubile che conosciamo, quello nostro, mai fermo... la sua unicità tessuta di segreti, la geografia più che la storia: i colori, i paesaggi, le cose delle pietre e quelle tenute sotto le pietre. Cose di magia: "Aprirà il petto" – questa poesia – per farci "navigare in fondo" ... "dove si appronta la fessura"... da dove muovere "ogni giorno qualche passo". Quel "qualche" è la chiave, mentre ci vogliono far correre, e quanto, ci vogliono far correre... che l'affanno fa freno... Miracolo di freno!
Ci porta nei luoghi della nascita Daniela Liviello, lì, dove si spera la notte. Chè nel giorno, si sta stretti come nell'evidenza del nome. "L'ordine antico" detta "lo stato delle cose" e quella prigione siamo costretti a sperare per ripararci dall'illusione del presente.
Lei (con noi) è dell'inquietudine: quella dei poeti sempre accompagna, "alla pari, serva del giorno"... "Per questo" -scrive Daniela Liviello – "cerco sostanza, materia sottile che passi attraverso la porta stretta dei giorni. Cerco il metallo oscuro della notte da tramutare in oro". Beatitudine del cercare, dello stare a guardare... e dello scrivere... Della poesia che è filtro della vita.

mercoledì 3 ottobre 2012

Da Ergot una serata per, con, su Syd Barrett

Quanto “andare”... la musica è liquida... Oppure no, è terra. O forse solo luce.
Mistero del suono che pesa come una mucca o rompe muri e si fa infinito di colore quando filtra dalle facce di un prisma... Quanto tempo “consumato” ad inseguirlo quel suono.
Quanto perdersi... quanto cercare...
La psichedelia è una condizione, (dura ancora adesso) uno stare che va oltre l’alleato, la sostanza che ti porta, che ti accompagna nella visione. La psichedelia è essenza della sensibilità: la materia fragile che solo chi è “capace” riesce a plasmare, a mutare in esperienza. Quante cose ci hanno insegnato i maestri.
Quante cose ci ha sussurrato la musica... Quante volte ha detto: “Attento! Attenti! Il limite è prossimo... Sii presente! Siate nell’allerta...”  Vivete! Questa è la psichedelia... vivere, essere nel lato storto e da lì scorgere l’intero. Essere capaci di interpretarlo di vederlo nel profondo... di accoglierlo rimanendo in silenzio. In e nella conoscenza... Dell’atto! Di quell’atto... di quel pensiero “irregolare”. (M.M.)
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Domani, venerdì 5 ottobre, alle 21.00, verrà presentata,negli spazi delle Officine Culturali Ergot, la traduzione italiana di Syd Barrett. Un pensiero irregolare, testo scritto da Rob Chapman e pubblicato da poche settimane da Stampa Alternativa.
Per l’occasione si incontreranno – in una chiacchierata informale sulla musica degli anni Sessanta e sul genio di Syd Barrett – Gianfranco Salvatore docente di “Storia e Metodologia Critica della Popular Music” dell’Università del Salento, e autore di “Pink Floyd-The Wall. Rock e multimedialità”; Gianpaolo Chiriacò autore della traduzione italiana di “Syd Barrett. Un pensiero irregolare” e della postfazione al testo; Cesare Liaci presidente della cooperativa Coolclub, musicista e storico appassionato del cantautore inglese. Modera Gabriele De Blasi giornalista di Radio Popolare e Radio Popolare Salento. Conclude la serata il chitarrista improvvisatore Alberto Piccinni,(Muzak, Complessino Vazca) che descriverà il modo in cui la sua musica è stata influenzata da Syd.