sabato 10 gennaio 2015

Mamma li turchi!



Giorni amari questi! Con il criminale attacco terroristico al settimanale satirico francese “Charlie Hebdo” le frange estreme dell’integralismo jihadista hanno scelto di colpire l’Occidente nei fondamenti della sua capacità di elaborazione culturale: la satira punge affilando le matite e le parole. È pratica di disincanto – la satira - provoca il sorriso, muove alla leggerezza. Un atto culturale complesso, intelligente, capace di integrare, in pochi segni, la critica ed insieme la tolleranza. I due fratelli terroristi hanno colpito con Parigi tutta l’Europa, gli intellettuali e il popolo ma anche l’islamismo moderato e tutte le genti che chiamano Dio, Allah. Un atto grave soprattutto nelle conseguenze di rabbia e di intolleranza che innesca nella fragile Europa, allontanando le sponde del Mediterraneo e complicando l’incontro tra culture diverse.
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“Mamma li turchi!”, abbiamo sempre avuto paura dell’invasore noi, qui! Otranto è testimonianza antica, ferita incisa nella terra. Memoria indelebile di un tempo in cui nessuno però era innocente. Come ora d’altronde… Anche i Cristiani hanno compiuto sterminio. Dio è sempre servito ad ispirare e a coprire crimini contro la sua più importante creatura: l’uomo…
Amo un poeta che per dare “ordine” al suo fare s’era immaginato un nome particolare: “Pensionante de’ Saraceni”. Il salentino Antonio Verri così decise di nominare, negli anni Ottanta, la sua casa editrice. Un luogo dove dare ospitalità all’altro, al diverso, allo straniero, al temuto “turco”, al saraceno invasore. Che meraviglia, che lungimiranza, che coraggio.
La cultura elabora il conflitto, lo rende risorsa, nutrimento per la comunità. Bene da condividere, da crescere nell’incontro, nella condivisione. Lecce è città mediterranea, il Salento per sua natura un territorio senza confine, “penisola” messa in mare, approdo naturale dei respiri e delle speranze di quanti in fuga guardano all’Europa come luogo di riscatto, di vita.
Il Salento e la Puglia dagli anni Novanta hanno dimostrato di essere terra capace di uno straordinario senso dell’accoglienza. Qui numerose comunità vivono in pace, integrandosi, trovando uno spirito di “tolleranza” spesso virtuoso nel costruire convergenze di vita condivisa. Non mancano gli episodi oscuri molti per demerito di nostri connazionali… ma questo non deve allontanarci da quello che sempre più pare essere il destino della nostra città. Una città europea nel cuore del mediterraneo, lo dice la Storia ed è “scritto” dalla Geografia.
Su un social network ho letto: “Siamo illuministi e non cederemo alla paura”, così deve essere… La paura non deve frenare i processi di integrazione - evoluzione naturale del Mondo - specie quando le democrazie occidentali non riescono -  non sono riuscite sinora - a sanare i guasti provocanti con il Colonialismo, con l’arroganza di un etnocentrismo che certo è alla base delle ferite ancora aperte nei territori a sud del Mondo.
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Nei giorni della candidatura a divenire nel 2019 Capitale Europea della Cultura, molte parole si sono spese in favore di un disegno avanzato di città, una comunità aperta al cambiamento quella che si prefigurava, “eutopica” capace cioè di realizzare l’idealità di un modello sociale. Erano solo parole? Buoni proponimenti? Sì, se è vero com’è vero che appena chiuso quel processo la nostra città s’è fatta sospettosa ed ostile nei confronti del progetto che individuava Lecce e la vecchia manifattura tabacchi di via Dalmazio Birago come sede di un’università islamica, la prima in Italia. Certo non sarebbe accaduto se Lecce avesse ottenuto il titolo… promossa non poteva permetterselo l’oscurantismo, almeno penso. Oggi, all’indomani (e al presente) dei fatti di Francia quel progetto va ripreso, difeso e valorizzato se veramente vogliamo costruire un Mondo di pace, un Mondo dove sulla cecità e la violenza vince l’ascolto e la tenerezza; dove la cultura e la spiritualità possano tessere e rafforzare la convinzione che solo la Pace ci rende vivi. Concetti deboli per chi invoca la guerra ma questa è la battaglia da fare, quella per la Pace, l’unica battaglia che può definitivamente vincere.

Su La Gazzetta del Mezzogiono di sabato 10 gennaio 2015