sabato 17 novembre 2012

Dal Cine-luogo - Storia di cinema nel Salento


di Cristian Sabatelli
ad illustrare la pagina de il paese nuovo dedicata al racconto

Il nostro racconto parte con un uomo, (C) che entra in un locale, un locale tutto bianco e morbido, un luogo che ricorda un bar, più precisamente il Korova Milk Bar, quello dei drughi di Arancia Meccanica, ma non è un bar, degli stands espongono delle foto, tratte chiaramente da film,     è un luogo di cinema.
Il nostro uomo è lì per cercare lavoro, è appassionato di video e da “indipendente”, sbarca il lunario da più di 10 anni lavorando come operatore e montatore, per svariate società di livello nazionale.
Come è abituato a fare invia Curriculum a destra e a manca, si aggiorna sulle produzioni che vengono a girare i film in zona, e si propone, come autore di “making of”, o “Dietro le quinte”, il “Backstage” per dirla semplice.
E’ il 10 di Ottobre del 2011, all’interno del “Cine-luogo” è in corso il casting per un film di fiction, per una importante società di produzioni, si gira una storia italiana, che racconta di avvenimenti in un epoca dura, un epoca di passioni e scontri, di fascisti e di uomini di ferro.
In maniera un po’ disillusa consegna il Curriculum a (S) Coordinator di Produzione.
Intanto sta lavorando su un documentario, una storia sociale, di uomini, donne e palloni, è in fase di montaggio, ed essendo un documentario autoprodotto ci si mette nei periodi “vuoti”, quando lavoro pagato ce n’è poco.
Non è un gran periodo, ma il nostro uomo ha gusti semplici, ciò che lo riempie di più è lo sguardo della sua famiglia, di sua figlia, e di sua moglie, incinta.
La mattina del 24 Ottobre squilla il cellulare, a quanto pare il riscontro positivo dell'analisi delle referenze ha fatto si che (C) fosse richiamato dai responsabili (S)  per riferire che la società in questione aveva bisogno di un backstage.
Si lavora, finalmente.
Così, l'appuntamento viene fissato sul set, a Nardò (LE), la stessa mattina.
Una terza figura entra in scena, (L) in qualità di organizzatrice generale, con la quale, dopo una contrattazione degna del miglior mercato rionale, da 1000 € proposti fissano il compenso per la realizzazione del backstage in 2500 €.
Comincia il film.
Sul set incontra vecchie conoscenze, macchinisti, elettricisti, responsabili comparse, e giù a salutarsi, ad abbracciarsi, nel cinema è così, ci si incontra sui set, si lavora insieme, ci si diverte , ci si ama, ma finito il film ognuno per sé e dio per tutti.
Inoltre è importantissimo mantenere una linea comportamentale “positiva”, perché le difficoltà (tante) che ci possono essere in un film devono essere risolte, subito, e con il sorriso, e a (C) non manca.
Sul set, il nostro (C) continua a lavorare, entusiasta, comunicando alla produzione via mail sia le difficoltà che le belle scene “portate a casa”.
Il dietro le quinte è sempre bello da raccontare, svela un po’ i trucchi del cinema, racconta degli attori che sbagliano, ridono, piangono, racconta di quei personaggi che in posizioni degne del miglior Houdini reggono pannelli di polistirolo sperando che la propria testa non sia nell’inquadratura. Sono i preferiti di (C).
Intanto con un ritmo costante sollecita alla produzione la firma del contratto da lui stesso posto via email all'attenzione di (L) ma viene continuamente rimandato.
Così (C) si rivolge direttamente agli uffici di produzione, a Roma, parlando con il presidente d'azienda responsabile, il dottor (S), il quale indica come referente di (C), il signor (M), responsabile di edizione della società, per tutto ciò che riguarda il backstage, e la sig.na (MH) come referente per i contatti con gli attori.
Il lavoro va avanti, (MH) scende a Lecce, insieme a (C) girano le interviste e così passa Novembre, le richieste di  (C) sulla firma del contratto risultano essere innumerevoli, senza alcun esito.
Così, alla fine delle riprese (16 dicembre) viene consegnato a (C) un assegno di 500 euro di cui rilascia fattura come acconto per la realizzazione del backstage, tuttavia senza ancora aver firmato alcun contratto che potesse testimoniare gli accordi presi in precedenza con la produzione.
Passa Natale e comincia il montaggio.
Il giorno 27 gennaio 2012 (C), via web, invia la sua versione definitiva del Backstage, il FINECUT in gergo cinematografico, aspettando il commento da parte dell'azienda interessata, per apportare eventuali modifiche e soddisfare le esigenze di produzione, come è sempre stato abituato a fare.
La data di consegna definitiva del Backstage è prevista per il 10 Febbraio come da Piano di Edizione inviato da (M) a (C).
I giorni passano, ma del commento non si hanno notizie, la Produzione latita, non risponde,
il 31 gennaio finalmente una piccola svolta, arriva via mail  il buon commento di (M), che ufficialmente pone le sue note: “Metti un po’ più di immagini di quell’attrice, il suo ruolo lo esige, per il resto secondo me è un buon lavoro”,  ma rimanda il commento definitivo al Dottor (S).
Qualche giorno dopo squilla il cellulare, (M) si è dimesso, tirato fuori dal progetto, motivi personali, dice.
Il referente cambia nella persona di (MH).
A questo punto, dietro incessanti richieste per ottenere il commento (C) chiama (MH) e parla con il Dottor (S), il responsabile dell'azienda, che pretende tutto il materiale girato prima di rilasciare un commento definitivo.
Basta, (C) perde la pazienza, e a sua volta pretende di avere il contratto prima di consegnare tutto il materiale. Viene minacciato telefonicamente dal Dottor (S), in maniera pesante, al telefono si sente la parola “estorsione”.
La telefonata si conclude con toni grossi, e (C) propone di risolvere la diatriba a Roma, presso gli uffici dell'azienda, consegnando il materiale e ricevendo “contestualmente” il pagamento per il lavoro svolto.
Il 14 Febbraio 2012 (C) è a Roma, il 15 cena insieme ai suoi amici, non nascondendo la vicenda, anzi ne parla chiaramente con (D) che cerca di abbassare la tensione, incoraggiando (C) che tutto si sarebbe risolto per il meglio.
Alle 22.00 circa squilla il cellulare, è (L), organizzatrice generale, che propone a (C) un rimborso spese/viaggio/extra di 500 €.

(C) accetta, e si tranquillizza.
E sbaglia.


Il giorno 16 febbraio 2012, è mattina e (C) si reca nella sede della società a Roma, ed in presenza di un gran numero di personale della produzione, (C) consegna fattura più hard disk con tutto il materiale (riprese e montaggio), firma una liberatoria riguardo il materiale (non controfirmata dall'azienda) ricevendo una ricevuta di bonifico online di Intesa Sanpaolo di 2500 € , direttamente dalle mani dell'organizzatrice generale, l'ormai storica (L).
Tornato a Lecce, il primo passo è presso la banca Intesa SanPaolo per verificare l'avvenuto accredito, ma presentando la ricevuta consegnatagli da (L) , la realtà viene fuori, la filiale in questione è inesistente, il numero di transazione online falso, ed il numero di conto corrente aziendale non corrispondente con il reale, insomma, un documento falsificato ad arte, roba da Photoshop.
Ora, tutta questa storia è chiaro che non si potrà mai dimostrare legalmente, perché
suddetta ricevuta non è firmata da nessun componente della società.

Ma (C) telefona (L) e chiede spiegazioni riguardo quella ricevuta consegnatagli, (L) risponde che non ne sa niente, che “quelle son ricevute che si auto-generano quando fai un bonifico online”.
E NULLA PIU’.
(C) però ha registrato la telefonata.

Dopo il danno, arriva anche la beffa, (C) è fregato, ma la società gli invia un telegramma pretendendo tutto il materiale del backstage ! Che gli è già stato consegnato. (!)
Mossa strana, roba da avvocati questa. Così (C) risponde, sempre via telegramma di aver già consegnato il materiale personalmente a Roma, in presenza di testimoni autorevoli, quali il montatore della fiction stessa, e di essere pronto a riconsegnare nuova copia purchè dietro reale pagamento del compenso pattuito.
Poi il nulla.
Il legale di (C) contatta il legale del Dottor (S) ma dopo una prima telefonata anche questo sparisce nel nulla, non risponde alle mail né al telefono.
In seguito C. viene a conoscenza che anche (MH) la segretaria, ha abbandonato la nave di truffa perché non sopportava più l'idea di raggirare la gente e in questo caso (C).

A Maggio nasce il secondo figlio, ed ancora oggi (C) insegue il suo compenso, fra avvocati e sindacalisti.

“Ora io mi trovo con un foglio che è carta straccia, non ho una sola firma d'azienda che confermi gli accordi presi, dopo aver consegnato il lavoro senza essere stato pagato e con una copia di tutto il materiale sul mio computer. (Tutto il materiale girato, fotografie sul set, progetto di montaggio in varie fasi di elaborazione)”. E continua: “ Sono avvilito, schifato, depresso, incazzato”.

Doveroso da parte nostra inserire per esteso l'ultimo significativo sfogo di (C) per far luce su questioni che inesorabilmente non hanno né la prima né l'ultima vittima da illudere.

2 commenti:

  1. Bisogna far sparire questi delinquenti! Dobbiamo trovare il modo!
    Forse fare i nomi alle Associazioni di categoria (100autori ad esempio)

    Forza (C)! Un abbraccio e..
    Goditi il tuo bimbo :)

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  2. grazie adriano, i nomi sono stati già fatti negli ambienti sindacali, ma a quanto pare questi son uomini navigati in questo genere di truffe.......

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