lunedì 5 novembre 2012

In cerca del popolo leccese

Cerco il popolo leccese e mi accorgo che non c'è. Si maschera, fa finta d'essere altro. Lo fa da così tanto tempo che s'è dimenticato d'essere popolo con un sua dignità di popolo.
Dove lo posso andare a sentire? A contattare?
Nei racconti di mia madre il popolo c'era. Tenuto nelle mura della citta, nel chiasso dei ragazzi per strada. Il nonno, suo padre, lavorava al mulino. Era dalle parte del Parlangeli d'adesso.
Era campagna lì, tutta campagna fino a perdersi...
E campagna era tutt'intorno alla città e tutt’intorno ai buchi della cave, che certo popolo ne hanno accolto nei tempi remoti del farsi della città barocca... E i cantieri degli scalpellini? Da chi erano abitati? Dov’è quella storia? Dove sono quelle storie?
C'è una foto - la ricordo chiusa in un lungo rettangolo - in una panoramica mostrava quello che adesso è il Viale degli Studenti. Si vede una sterrata segnata dai pini, da una parte la città dall'altra campagna, campagna a perdersi... ancora campagna.
Qualche domenica fa passeggiando, ho visitato il Parco di Belloluogo, e... quella che era la campagna d'un tempo m'è apparsa... L'ho intravista, ho potuto immaginare com'era la campagna degli orti.
Questo lasciano presagire gli impianti di irrigazione che scorgi, il sistema dei pozzi e delle vasche di raccolta... Ho immaginato un antenato tante volte narrato a noi bambini, "facìa lu sciardenieri", faceva il giardiniere, teneva un orto in fondo alla via per Taranto, e lì lo ammazzarono per questioni di verdure...
Cerco, e ancora un ricordo viene, il mercato del lunedì in Piazza Sant'Oronzo nell’“antico” Novecento era agricolo, di semenze e di mano d'opera, c'erano braccianti in cerca di lavoro allora, era popolo quello... Poi c'erano le fabbriche. Quelle del tabacco - lì il popolo era di donne e quante... se guardiamo ancora adesso abitano la città quelle fabbriche, in abbandono se non trasformate in qualcos'altro, come quella di là dal ponte di San Cesario che ospita un ristorante... Cose/case di popolo, l’illustre assente di questi giorni... Da tanti giorni...
Quel popolo vorrei rintracciare.
E per far questo, faccio appello ai lettori, agli affezionati di queste pagine.
A loro mi rivolgo per cucire storie, quante più possibile, storie di uomini e di donne e storie di lavoro.
Cose di prima... Prima che la città terziaria fagocitasse ogni esperienza cancellando la memoria di quella che una volta si chiamava Stalingrado... Dell’assalto alla Prefettura, del processo fascista ai comunisti leccesi... e di chissà quant’altro...

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