sabato 21 settembre 2013

Lu picciu dell'Unesco

La città "Patrimonio"

Un nuovo "piccio" seduce Lecce: chiediamo all'Unesco di tutelarci... Un "piccio" proprio dopo quello - "raddrizzato" in corso d'opera - di divenire nel 2019 Capitale Europea della Cultura. Certo, son bei desideri ed è stupido osteggiarli, chi ha a cuore la città è chiamato ad accoglierli anzi di più, a lavorare perchè si realizzino, anche perchè si tratta di percorsi che, alla lunga, possono risultare virtuosi...
Il centro storico di Siena "straordinaria città medievale che ha conservato le proprie caratteristiche" è sotto l'ala dell'Unesco. Ci siete mai andati? Stupore: le parabole tv sui tetti sono rosso mattone, rese invisibili da un rigorosissimo piano del colore che tutela il decoro cittadino. Le regole municipali a tenuta della visione si traducono nell'assenza di condizionatori d'aria a vista, nell' accordo degli arredi urbani, delle insegne dei negozi etc... etc... etc... Un sistema, un progetto condiviso e rispettato che rende unico quel luogo: "Un capolavoro di inventiva in quanto gli edifici sono stati disegnati per essere adattati alla struttura urbana creando un tutt'uno con il circostante paesaggio culturale" si legge nel sito dedicato alla città toscana dall'Unesco. Una città, Siena, degna di essere nominata Patrimonio dell'Umanità perchè tutelata a monte dai suoi cittadini e dai suoi amministratori.
Certo, il nostro centro storico lo meriterebbe! Il barocco, il lavoro che lo ha creato, soprattutto, meriterebbero quel riconoscimento che, ahimè, tarda a venire proprio dai leccesi. Non a parole – per quello siamo campioni! Mancano le pratiche, manca quell'educazione civica capace di trasformare l'orgoglio di un'appartenenza in umiltà quando si tratta di abitare, di occupare con il proprio lavoro una porzione di città. Non accade a Lecce! Nel nostro centro storico regna sovrana e largamente tollerata una sorta di allegra anarchia e come se non bastasse si tarda ad adottare provvedimenti che accordino al Barocco il "decoro" urbano. Non è un'utopia, basterebbero delle regole, basterebbe per esempio non svendere un giorno sì e un giorno no Piazza Sant'Oronzo al "miglior offerente"; basterebbe capire quale destino prospettare per la città nel suo complesso tendando di pacificare le spinte schizofreniche che - un giorno sì e un giorno no - l'attraversano.
Martedì 17 settembre a Lecce, la vice presidente della Regione Puglia, Angela Barbanente ha presentato il Piano paesagistico territoriale: un "tessuto" di regole e di prospettive per garantire ai territori di svilupparsi in accordo con le loro più intime vocazioni al riparo dalle pretese speculative di chi ragiona non pensando ad un futuro di bellezza e di sostenibilità. Regole risultate indigeste ai più. Il nostro Sindaco s'è fatto paladino di quei Sindaci che non vogliono sentirsi secondi a nessuno. Che strana pretesa come se il loro mandato non fosse a termine e come se il loro mandato non contemplasse la protezione e la tutela del territorio che governano...
In Puglia patrimonio dell'Unesco dal 1996 sono i Trulli di Alberobello, anche quelli accolti in un centro storico armonico, bello a priori perchè frutto dell'antica lezione del decoro contadino. Forse  per consolarci potremmo far riferimento al centro storico di Napoli, patrimonio dell'Unesco dal 1995, no! Meglio lavorare per capire il da fare cominciando magari a pulire da noi le strade che attraversiamo e "consumiamo", meglio scegliere di guardarci intorno cominciando a sperimentare la bellezza, costruendola quotidianamente. Solo allora la partita si potrà giocare.

La Gazzetta del Mezzogiorno del 21 settembre 2013 

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