Il Fondo Verri a Lecce in Via Santa Maria del Paradiso |
L’estate 2014 annuncia
grandi novità sul piano delle future politiche culturali per quanto riguarda l’uso
e la gestione degli spazi pubblici ad esse destinati. L’Amministrazione della Provincia
di Lecce - istituzione protagonista dagli anni Novanta del rilancio
dell’identità salentina, negli ultimi anni cronicamente a corto di risorse - ha
“liberato”, in favore di un privato, i suoi gioielli: il Museo Castromediano,
la Biblioteca Bernardini, l’ex Convitto Palmieri, San Francesco della Scarpa,
saranno gestiti dall’Axa di Giampiero Corvaglia.
Una “strategia” dell’Ente
Provincia anticipata nel 2012 dall’affidamento al Fai (Fondo Ambiente Italiano)
dell’Abazia di Cerrate e, sempre in quell’anno del Parco di Torcito al Gruppo
Intini operazione, quest’ultima, rivelatasi disastrosa e conclusasi a breve
gito con il sequestro del cantiere che avrebbe dovuto riqualificare l’antico
complesso. Capita se non c’è controllo e l’Ente “proprietario” pensa, con
l’affidamento, di aver risolto i suoi compiti di tutela del “bene comune”.
Anche per il Must di
proprietà del Comune di Lecce, con il Sac (Sistemi Ambientali e Culturali)
Terre di Lupiae, si ragiona di futura gestione privata attivando però, in
questo caso, un percorso partecipato e condiviso con laboratori finalizzati ad
immaginare le forme di gestione e i contenuti da veicolare.
In generale, ciò che
si prospetta è un passo nuovo, necessario è dunque, porre degli interrogativi:
la privatizzazione degli spazi culturali significa ulteriore chiusura o
apertura alle esigenze degli operatori culturali della città? Le iniziative che
in essi si pensa di attuare escluderanno o coinvolgeranno le conoscenze e le
competenze critiche e di curatela cresciute in questi anni sul territorio o
serviranno alla visibilità dei soliti noti? I manager e gli specialisti
chiamati a curare la nuova attività ascolteranno o non ascolteranno le
proposte, le esigenze, i desiderata di chi è impegnato nel territorio sul
fronte della proposta culturale o si punterà come spesso accade al “grande
nome” di turno in cerca di visibilità e di denari?
Insomma, questi spazi
saranno si o no campo di un rinnovato impulso per la città e per il Salento?
Non basta pensare di
renderli commerciali per capitalizzare il loro valore, perché l’esistenza di
una cultura e della sua forza trasformativa dipende interamente dall’incarnazione
delle idee nel tessuto vivo della città, dal loro mutarsi in opera, in
linguaggio, in incontro con l’altro.
Il tempo darà risposte,
speriamo di poter vedere finalmente questi spazi curati, capaci di bellezza,
capaci di essere loro stessi atto culturale. Così in questi anni non è stato e
tutto ciò che si è “conquistato” con recuperi e restauri si è via via svuotato
di senso e, la Cultura, ha lasciato spazio agli uffici, alla provvisorietà, al
degrado e nonostante l’abbondanza di spazi disponibili il “pensiero” spesso vaga
abbandonato, senza esercizio e senza luogo per farsi trasformatore di vita, Cultura.
Tutto ciò capita in
una fase cruciale del percorso di Lecce verso il compimento di candidatura a
divenire capitale europea della cultura nel 2019.
***
Nell'introdurre lunedì
28 luglio, il primo incontro per l'elezione del rappresentante e per l'avvio dell'attività
del Forum dei sostenitori, il sindaco Paolo Perrone sottolineò la particolarità
innescata dal dibattito e dalle pratiche che il percorso di Lecce 2019 ha
introdotto in città e nel territorio salentino: una trasversalità sovrapolitica
che è divenuta il valore aggiunto del dibattito cittadino. Una considerazione
sull'operare culturale bene espressa nel "sogno" e nella sintesi del
primo bid book di candidatura.
L’utopia da
trasformare in eutopia è leva della pratica quotidiana dell’operare culturale e
dell’associazionismo cittadino e salentino, lì, in quella leva c’è tutto il
valore teorizzato, scritto e promosso dal “Re-inventare Eutopia” di Lecce 2019.
C’era e c’è adesso! Agire e tenere in piedi un’attività culturale non è impresa
semplice e ogni giorno l’invenzione progettuale è chiamata a confrontarsi con
la possibilità realizzativa. Re-inventarsi è pratica consueta, generativa e resiliente,
seme e valore dell’esistenza stessa dello stare insieme associativo, del
pensare per gli altri nel servire il territorio.
La nostra città e il
Salento hanno dimostrato dagli anni Novanta in poi un andamento di crescita
costante della consapevolezza di essere un territorio di forte connotazione
culturale. Quella la materia su cui si è intessuta una visione che trova
nell’opportunità di divenire Capitale Europea della Cultura nel 2019 una
ulteriore motivazione. Certo non è stato sin qui un progresso lineare e
agevole, e allo sguardo critico non sfuggono approssimazioni, accelerazioni,
distorsioni e inefficienze, sia nel Pubblico che nel Privato spesso presi
dall’euforia dell’apparire e dell’evento.
Una “misura” è certo
da auspicare. O più misure per accordare una gradazione degli interventi…
La costituzione di un
forum che unisse le associazioni, gli enti pubblici, privati e i singoli
cittadini è stato un passo molte volte tentato in passato e molte volte
fallito. La differenza di oggi sta nel poter concorrere ad un progetto che si
auspica pienamente partecipativo e per questo di vero cambiamento.
Lecce ha necessità di poter maturare una responsabilità collettiva ancora fragile, per molti versi ancora non espressa nei confronti della città. Ad oggi sono 93 gli enti pubblici e privati che hanno aderito al Forum dei sostenitori di Lecce 2019. Un numero piccolo che è necessario far crescere, un numero che certo non rappresenta le tante persone che in questo periodo di lavoro del Comitato Lecce 2019 si sono affezionate all'idea che Lecce possa divenire una Capitale Europea un processo avviato che profondamente deve segnare la città al di la della sua designazione. C’èun ipotesi di futuro da coltivare e far crescere a garanzia della particolarità di una terra, la nostra, da sempre aperta al Mondo.
Lecce ha necessità di poter maturare una responsabilità collettiva ancora fragile, per molti versi ancora non espressa nei confronti della città. Ad oggi sono 93 gli enti pubblici e privati che hanno aderito al Forum dei sostenitori di Lecce 2019. Un numero piccolo che è necessario far crescere, un numero che certo non rappresenta le tante persone che in questo periodo di lavoro del Comitato Lecce 2019 si sono affezionate all'idea che Lecce possa divenire una Capitale Europea un processo avviato che profondamente deve segnare la città al di la della sua designazione. C’èun ipotesi di futuro da coltivare e far crescere a garanzia della particolarità di una terra, la nostra, da sempre aperta al Mondo.
Mauro Marino
Fondo Verri
Forum dei sostenitori
di Lecce 2019
Su Quotidiano di Puglia di mercoledì 27 agosto
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