lunedì 23 marzo 2020

Lecce, ex Agostiniani. Una biblioteca di tutti gestita da tutti


di Mauro Marino*

L’attuale crisi sanitaria e la prossima prevedibile crisi del sistema economico impone una riflessione sulla gestione futura dei Beni Comuni.
É di pochi giorni fa l’annuncio di un nuovo bando, promosso dall’Amministrazione Comunale di Lecce, per l’affidamento della gestione della biblioteca civica da realizzare nel complesso degli ex Agostiniani; il precedente avviso è andato deserto perché troppo oneroso per gli aspiranti conduttori. Questo secondo si annuncia calibrato “tenendo presente l’attuale contesto socio economico del territorio e la connotazione altamente sociale dell’intervento”. C’è da meditare. Lo so, sono un marziano, ma… non credo ai Bandi nella gestione del Bene Comune; l’interesse pubblico va tutelato - coordinato nella costruzione di processi realmente partecipativi - dalla pubblica amministrazione.
La recente cronaca ci insegna come una gara di gestione vinta si risolva con la chiusura del bene affidato e, chi ha avuto modo di dover fare attività culturale in quel “bel luogo”, ha potuto constatare quanto poco culturale si sia dimostrata - per stile, per linguaggio, per cortesia e spirito di collaborazione - quella conduzione, tant’è!, valga però come monito.
Quella da costruire nell’edificio satellite degli Agostiniani nasce nell’ambito del grande progetto regionale delle Community Library, con un finanziamento di 740 mila euro, dovrà dunque essere una Biblioteca di Comunità, parola importante quel “comunità” che, anche per quanto si è prefigurato nel percorso partecipativo che l’ha pensata e ideata, cozza con l’idea che a gestirla sia un privato.
Quella Biblioteca deve essere, a mio avviso, una vera e propria Biblioteca Comunale, un luogo della Pubblica Lettura, come si usa dire; un luogo aperto all’incontro, all’approfondimento, alla proposta, al relax intellettuale e ludico, alla formazione. Un luogo di tutti, e allora, perchè non costruirlo con il concorso e la cooperazione di coloro che, in città, sono attivi nel quotidiano lavoro culturale?
Non bisogna dimenticare che l’edificio satellite che ospiterà la Biblioteca è incluso in un complesso architettonico straordinario, interessato da numerose vicende storiche, una narrazione che merita di essere restituita alla città con tutta la sua complessità, lo si può fare solo attraverso una reale apertura di quello spazio in tutta la sua bellezza. Uno spazio da vitalizzare, da destinare all’attività e alle necessità culturali della città, cuore di un sistema, di una rete, che solo avendo un centro può pensare di irradiare la sua portata in tutta la città e per tutta la comunità. Le strategie d’uso degli spazi di proprietà comunale indicano come sede dell’Archivio Comunale la parte monumentale degli Agostiniani, perché sacrificarla per intero a questo compito? Certo, anche un archivio è luogo interessante, ma il rischio è che diventi un deposito di carte… Evitiamolo progettando semmai un archivio che respira insieme al presente con il carico delle tante necessità espressive che animano e attraversano (spesso segretamente e inascoltate) la nostra città.
Un esempio attivo, molto virtuoso, di rivitalizzazione di uno spazio culturale pubblico lo abbiamo: la Biblioteca Nicola Bernardini trasferitasi per intero negli spazi dell’ex Convitto Palmieri si mostra oggi nuova, così come nuovo è il Museo Sigismondo Castromediano. Andate a visitarli, vi appariranno trafficati e densi nel realizzare una proposta culturale di grande respiro, partecipata dalle necessità di una platea di operatori  sempre più fitta, motivata dal poter fare. Un fare che trova ascolto, ospitalità, coraggio. A regolare le realizzazioni un patto tra l’ente che gestisce e chi realizza. Ecco, ciò che penso potrebbe aver valore, riguardo alla nuova Biblioteca di Comunità, sia un bando rivolto alle proposte, ai contenuti, per realizzare le finalità da perseguire, l’apertura una stagione di ascolto (che certo non andrà deserta) per rilanciare i processi partecipativi che l’hanno generata e potenzialmente resa possibile.

*Associazione Culturale Fondo Verri
La Gazzetta del Mezzogiono, lunedì 23 marzo 2020

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