mercoledì 8 maggio 2013

Lara Carrozzo, Più suono, da Lupo



La poesia suona, fa canto nel rimando del senso. Ce lo hanno insegnato a scuola prestando il gioco della rima alla banalizzazione della memoria. Oh!, quanta fatica spesa per tenere a mente dei versi, chissà perchè poi, per quale oscuro progetto educativo...
Oggi si usa la lettura a voce alta che è il vero destino dei versi, il luogo - quello della voce - dove rivivono per dare eco, continuità e vita a quella primaria esigenza e necessità espressiva che li ha dettati al poeta.
Lara Carrozzo  cerca e dona “Più suono” nella sua nuova raccolta di poesia edita da Lupo.
Il libro si apre con una citazione di Friedrich Nietzsche: “Quelli che ballavano erano visti come pazzi da quelli che non sentivano la musica”, era ed è così - è così sempre di più - nel nostro povero mondo perduto, stinto... svenduto... che ha dimenticato l’amore, l’amare e la necessità dell’altro, salvo poi immaginarlo proprietà ad uso e consumo del proprio sciatto e vuoto egoismo.
Non è il caso dei poeti, e Lara Carrozzo è poeta vera nell’inseguire e nel “raccontare” l’amore, l’amato, l’altro.
Ce lo dice indagando nelle “terre estetizzanti dell’io” mentre ne insegue il sebo,  tra i capelli, mentre lo chiama Dante o lo chiama nonna... il due, l’altro necessario, ciò che manca al Mondo. Alla sua piegata e piagnucolosa indifferenza...
A lei no, al poeta no e scrive: “Nella solitudine della scrittura/ avrei molti e molti/ ricordi da sfogliare,/ ma termino ogni volta/ che soggiunge l’incantesimo/ di una poesia reale:/ la nascita del “noi”.
La pausa del verso è nella gioia, lì dorme per incubare mancanza. Per sentirla graffiare in cerca di un “più”
*  *  *
Più suono” sarà presentato domani venerdì 10 maggio, alle 19.30, con la partecipazione di Giovanni Invitto, alla Feltrinelli point di Lecce.

Nessun commento:

Posta un commento