domenica 15 dicembre 2019

La pittura di Jonatan Politi


Il “Cherubino con la sigaretta” mi accoglie, pare un antico grifone,le zampe poggiate su una striscia d’asfalto dov’è possibile il sorpasso, le ali spiegate sono bucate,potrà mai volare verso la mezzaluna che domina in alto? L’amore pesa, buca, lascia a terra e il sorpasso forse non è più necessario se confidiamo nell’altro, nell’amore.
Quante cose possiamo leggere in un dipinto quando è la poesia a dettare le regole del creativo.
“C’è la sigaretta perché io fumo!”, mi confida Jonatan Politi. Un “io”, il suo, teso nel confronto, nella sospensione contemplativa, nell’agire; un “io”inquieto, denso di necessità, di desiderio, sempre in cerca. Una continua lotta! Un corpo a corpo mi appare al cospetto delle sue opere, con tutte le impellenze del sé e della realtà intorno, i limiti della tela a contenerle. La pittura è pratica meditativa, questo la rende unica e resistente nel Tempo, lingua della pura invenzione, sintesi di visioni che abitano, ingombrano, a volte, chi le “immagina”.

“Nel mio dipingere c’è ciò che vivo e ciò che guardo” continua Jonatan;e nelle sue tele scorgi il tossico piegato dalla vita, il gatto e la volpe metafora dell’amicizia e del tradimento, il nonno, l’uomo-boiler…
C’è poi il lavoro, penso io, gli espedienti tecnici, le strategie di pratica che decantano il “senso”, lo scrivono lasciandolo sospeso nelle e tra le figure. Un popolo fatto di uomini e di animali abita le superfici di Politi.
La geometria la prima alleata, il disegno tecnico prepara lo spazio, i diversi equilibri nella campitura. Il colore è il premio al pensiero: strato dopo strato, uniforme, senza ombre. “Figure mistiche” così lui le definisce, animate da prese elettriche che entrano ed escono dai corpi e da serpenti che appaiono stupiti a volte, minacciosi altre, come pensieri, come parole. L’occhio è l’altro elemento, sempre presente, aperto e vigile, pare staccarsi dal dipinto, fa richiamo, sollecita lo sguardo. Occhio verso occhio, intesa sul destino, occhio aperto verso l’animo, intenso, interiore, misterioso e manifesto nello stesso istante.
Darsi al meglio è l’imperativo di ogni artista, almeno dovrebbe esserlo. Jonatan pare tutt’uno con questo pensiero-preoccupazione. Agisce in generosità e dà colore dove la disperazione pare sia dominio. Surrealtà significative vengono agli occhi, le interroghi e ti interrogano, le ami, dense del loro simbolico.

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