sabato 9 giugno 2012

Il nuovo libro di Antonio Errico... e gli auspici per il "cambiamento"

Il Salento è di moda! Speriamo che passi! Certo i salentini non me ne vorranno, ma c'è bisogno di riparo, di stare nell'angolo... che si sentono cose che non si vorrebbero sentire e tutti corrono qui a guardare... Che penserà il Santo Giuseppe della sua Copertino, cascherebbe giù, da quel dipinto se avesse orecchie e tutte le immaginette col Desa dei voli avrebbero lacrime...
Anche gli editori si sono accorti che il Salento “tira”, quelli “stranieri” dico, e alzano il tiro, e commissionano libri sul Salento ché qui: c'è la luce più bella per il cinema, chè qui c'è la pizzica pizzica e il “ragazzi del Sud Sound System e c'è la buona cucina mediterranea e l'angolo da cartolina ancora conservato ad uso della fotografia più bella e l'albero di canto ancora fiorisce... Scrivete, scrivete, scrivete... così il turista avrà di che “consumar-si”.
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Poi ci sono gli scrittori e gli editori di qui, non c'entrano nulla con la “bazza” usurante e scrivono e pubblicano e certi, invece d'andare “Avanti”, amano tornare “Indietro”. Alcuni esplorano e si spingono nell'incanto della Foresta che prima abitava la nostra Terra, quella dei Lecci sontuosi e delle Vallonee giganti e della selva delle Volpi, giù giù verso Leuca, verso l'aperto dell'Infinito... del Mare. In quella foresta che non è più e che mai più sarà ora, che si sbrigano a rosicchiarne gli ultimi lembi per servire con strade a quattro corsie quell'in-finito che non è più tale...
Ma che volete farci, sbrigarsi è la malattia che pervade e gli editori e gli scrittori “non di qui” devono pur tirare a campare... Perdoniamoli...
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Antonio Errico – che è scrittore di qui - con Manni Editori – anche loro son di qui, lo sapete... - ci fornisce un altro dei suoi “antidoti”... dopo gli incanti che inseguivano le cacce di Federico Re con le sue Stralune verso Finubusterrae ci dona “Un romanzo storico, una storia d'amore. (…) Un libro di libri, di filosofie, di misteri. Che dice del tempo, della luce, del vuoto, della vendetta, del potere, del destino, di verità e di menzogne, di passioni e stupori”. (…) Una riflessione dolorosa sui tortuosi processi della Storia”.
L'andatura di lettura e quella dettata da un “fabulare” che cuce stretto il sentire della poesia con il passo narrativo. É come sentire una canzone leggere le cose di Antonio Errico. Un canto denso di ecolalìe... come quelle che fanno l'attacco volgendosi ad un “Nobilissimo Signore”...
E allora con quel “principiare” vogliamo chiudere quest'invito alla lettura de “L'esiliato dei pazzi”, questo il titolo del libro che sarà presentato con una lettura corale a San Cesario di Lecce, mercoledì 20 giugno: “Nobilissimo Signore, se venissi da queste parti, in qualsiasi tempo dell’anno, in qualsiasi ora del giorno, se arrivassi qui da terra o da mare, se vedessi la miseria e lo splendore mischiati e confusi, se ascoltassi le nenie e i canti del lutto, se comprendessi la rassegnazione davanti alla vita e davanti alla morte, se ti rendessi conto com’è che la sorte è decisa dal cielo in un attimo soltanto, da un assalto di grandine, da una furia di vento, se conoscessi la provvisorietà dell’esistenza di questi uomini muti, di queste donne stravolte di pazienza, tu non avresti più nessuna tentazione di gloria e di potere”.
Che dite?! Lo uso d'auspicio, ma loro certo non capiranno!

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