Oggi, venerdì 29 giugno, alle 20.30, s’inaugura a Corigliano d’Otranto “Sophia nel Paese della Meraviglia”, parco filosofico 3.0 che rimarrà aperto (visitabile il sabato e la domenica) nei mesi di luglio e di agosto.
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Corigliano l’ho scoperta vagabondando, capitato lì nella mira d’un giorno senza meta di un epoca ormai remota. Era d’estate ed erano le ore della controra. Ero solo. Io e il teatro. Il Teatro dei luoghi la sontuosità della pietra e insieme quel rigore dell’umiltà contadina che tessono il nostro abitare, lo rendono unico, dentro quelle filature di senso, che solo la Storia sa portare scrivendo i destini.
Corigliano d’Otranto adesso è perla in questo Salento ammaccato dall’ubriacatura del marketing territoriale. E come ogni perla sa fare sottrazione di senso per arrivare al senso: al profondo significare, nell’interpretare le necessità del Tempo.
Corigliano è laboratorio, “città ideale” che apre la Corte ai pensamenti artigiani che mettono la maestria a servizio della conoscenza.
Un piacere, che solo gli illuminati e i semplici comprendono, accolgono, facendo occasioni. Il Teatro dei luoghi s’è fatto maturo, adesso spolvera ciò che è sedimentato e sa vestirlo, renderlo ancora intrigante, unico, dando voce all’Anima.
Ah! quel sogno, quel desiderare, quel continuo cercare ha trovato Casa. E orecchie anche, capaci d’ascoltare. E’ così che un Sindaco - in una democrazia ormai troppo a/normale - diventa Magnifico di una corte che il Rinascimento sa coniugarlo al presente.
Già, Corigliano è scena (il Salento è scena), Corigliano pensa (il Salento dovrebbe pensare). Corigliano è meraviglia (il Salento potrebbe tornare ad esserlo, se solo sapesse custodirsi).
Corigliano s’inventa in minore, al riparo, e, greca nella grecìa mette le mani nella filosofia per ri-trovare affinità di Terra e di pensiero, se possibile, se si accetta di prestare spazio all’ascolto delle domande che ci abitano.
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Meraviglia è la parola chiave.
E da dove nasce la Meraviglia? Come fare ad incubarla nella sua densità d’occhi e di stupore? Questo si son chiesti imbastendo l’opera Ada Fiore la sindaca, Antonio Lupo Pendinelli attore-regista e direttore artistico, la mentore Graziella Lupo Pendinelli, l’artista del corpo in immagini Mina D’Elia, i giovani pensatori del liceo classico “F. Capece” di Maglie, i giovani tecnici-artefici dell’IISS “Enrico Mattei” di Maglie che - pensando, pensando - insieme, han dato corpi, mani, idee a Sophia.
La tecnologia è venuta in aiuto, quella d’uso comune e quella re-inventata così come capita quando il laboratorio s’accende di virtù. E il campo di ricerca s’è fatto veggente, anticipatore, ha saputo trovare soluzioni capaci di far parlare un albero, d’accendere un segnale al passaggio, di dar voce a chissà cosa... Toccherà recarsi in visita per andare in fondo alla questione, lucidando gli occhi, lavandosi ben bene da ogni resto di consuetudine per approfittare fino in fondo della Meraviglia!
toccherebbe andarci, anche a fari spenti, anche vagabondando alla controra; ma non solo a Corigliano perchè tutto il salento è Teatro dei luoghi.
RispondiEliminaComunque onore e merito a Corigliano ed ai suoi amministratori