giovedì 2 febbraio 2012

Omaggio ai maestri

Ho avuto un maestro, uno dei pochi che mi sono accuratamente scelto, prima incontrato sui libri, poi vivo in Sicilia, a Partinico, Danilo, si chiamava. Dolci di cognome. Una volta mi mise in mano il seme di una ninfea. Uno straordinario e complesso organismo. Un corpo galleggiante. Era un esempio di "reciproco adattamento creativo": c'era stata una "sensibilità" a governare un processo che nel tempo aveva prodotto quelle modificazioni utili a che, delle "alterità", potessero convivere, esserci ed essere uno. Sintesi di un'esperienza. Quella “scuola” l'ho portata in consegna. Un'altro maestro, un'altro dei pochi che mi sono accuratamente scelto, quella “consegna” me la fece vivere in teatro, nell'amalgama del gruppo. Cesare si nutriva dell'errore e quell'errore lo rendeva generativo di una poetica sempre in cerca di "bellezza". Che fortuna aver avuto dei maestri, la politica sullo sfondo, non era materia di parole, ma di pratiche....

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