giovedì 12 aprile 2012

Politica e vanità

«Come lo immagini un buon politico?». La domanda mi viene rivolta secca, frontale. Lui è giovane e va al sodo. Rispondo: «Lo immagino come una “ricevente” mossa all'accogliere capace di elaborare il pensiero, le necessità, i desideri degli altri, per mutarli in atti, in possibilità!». Non credete che debba essere così, semplicemente questo? Un non “corpo” che agisce nella lateralità del servizio. Nell’estremo laico ed etico dell’essere “artista della comunità”. Ahimè, così non è! Ce ne accorgiamo sbirciando nella cronaca politica di tutti i giorni. La vanità abita negli animi che fanno la politica ed è veramente difficile trovare, tra i politici, persone che agiscono nella prerogativa dell' “umiltà” che è materia del corpo che non c’è... che non vuol esserci col suo ingombro. La componente narcisistica e istrionica - che è motore dello spettacolo - è da tempo debordata con le sue patologie facendo il dettato alla politica. L’apparire è il verbo, il comando! Il resto, non conta!

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