martedì 29 maggio 2012

Terremoto


San Felice sul Panaro

Francesca Speranza mi manda un sms: "Vuoi delle immagini dal terremoto?". Lei è "esule" a Mantova, nomade con le sue macchine fotografiche e con la sua passione. Le dico di sì, mi ha inviato un pò di "geipeg". La prossimità del suo sguardo mi fa guardar meglio in ciò che non vorrei dover guardare. E allora, vedere quei mattoni rossi venuti giù fa impressione. Tante volte camminado per le strade della sempre decorosa Emilia mi sono interrogato su quei mattoni, su quei piccoli parallelepipedi di terracotta, un fare antico che ha saputo attraversare la storia. Diversi dai nostri tufi. Materia asciutta, compatta, dura che ha disegnato la sobria armonia di costruzioni che sembrano fatte con i pezzi di un "Lego". Ma, la cosa che impressiona di più è quell'altro materiale da "Lego", quello dei grandi capannoni industriali rovinati a terra schiacciando chi dentro lavorava. E senti lingue straniere che li ricordano. Omaggio alla fabbrica e al lavoro! E nella fabbrica e per il lavoro loro son morti.

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