mercoledì 16 maggio 2012

Tre noci moscate nella dote della sposa

E’ affidata al poeta  Pierluigi Mele, venerdì 18 maggio, alle  18.00, la presentazione di "Tre noci moscate nella dote della sposa” racconto di Simona Cleopazzo edito da Lupo nella collana “In box”. L’appuntamento a La Feltrinelli Point in via Cavallotti 7/a  a Lecce.

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Un libro che “batte”, lieve porta un ritmo: un accadere delle cose che è come un mormorio che canta senza fare ossessione, senza fare ombra.
Silvia, Silvia Perrone, così si chiama la protagonista, nella fragilità, è una tosta. Anzi è propio quella, la fragilità a renderla una capace di affrontare la vita, di fare cuciture e tagli - tagli netti, se è il caso - e di avere un cuore.
Già un cuore! Vi pare normale? No, non lo è. Non lo è sempre e, nella condizione di Silvia, quella è l’unica via: avere cuore, custodirlo, aver presente il battito vitale.
Lei, Silvia Perrone è “orfana”  di madre - così è scritto nella scheda che presenta il libro - ma poi leggendo sapremo... Un racconto lungo centocinquantanove pagine, ognuna con un suo peso, un andare e venire del respiro che accompagna nomi e li presenta dentro lo sfondo di luoghi che diventano vivi, nell’affanno del voltar pagina. Bologna, per prima, poi il Salento... da dove, appena in età, Silvia era fugita, per “trovarsi”.
Ma, sappiamo che “trovarsi” non è mai cosa facile e i luoghi, non son capaci di lenire l’ansia, quando c’è; il mal d’animo quando c’è; il desiderio, le necessità, la voglia degli altri che ci immaginiamo solutori del pianto se viene, del ridere, se viene... Ma tutto poi rimane fermo e l’unica cosa è tentare ancora, trovare lo scarto, la piccola leva che può permettere la fuga. Ecco, Silvia Perrone è capace di quello scarto, ha coraggio; è campione nell’affrontare la fuga risolutiva, quella che sa fermare il pianto, senza perderlo, che sa donare respiro al sorriso...
Il racconto poi, diventa di tutti nel suo epilogo, di tutti quelli che in questi ultimi anni hanno tentato e ancora tentano di dare forma nuova alla città, al Salento, alla Puglia. E, l’entusiasmo si confonde all’amaro, ed anche questo è un bel leggere tutto legato da una leggerezza che sa far musica e scopri, sul finale, la meraviglia di un “interno” tutto di tinte al femminile e un piccolo biglietto covato dagli anni che svela l’arcano, ciò che, trattenuto dal tempo, ha accompagnato la forza per vivere.

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