venerdì 13 gennaio 2012

I cavalli e il fuoco


La "visione" è quello che conta. Poi c'è il tradurla, che è compito dell'artista, pardon del poeta e degli artefici (chè questa è opera corale) sta a lui, al poeta, saper cucire le maestrie per compiere l'opera. L'arte dell'installazione è dentro questo trans-itare di parole, di gesti, di umori. I cavalli di Palladino (un suo segno che ha abitato altri luoghi e altre latitudini...) arrivano a Novoli, e lui anche, l'artista (pardon il poeta!), a portare testimonianza di come la poesia con la sua arte, può nutrire la contemporaneità nel suo cercar di ravvivare radici...
Di questo ha bisogno la Fòcara, di questo ha bisogno il Salento. Non di spettacolo (o non solo di quello, visto che non se ne può fare a meno...). Le tracce di questa "neonata" Fondazione sembrano segnare passi ponderati, al di là delle beghe e dei battibecchi locali, la rete di relazioni che si rappresenta sembra ben concertata, un possibile motore per avviare un pensiero altro sul "far festa"... far festa d'inverno e all'inverno è cosa diversa di far festa l'estate e all'estate... e allora non serve inseguire moduli, usurare particolarità. Risparmiare dei denari o investirli su una gamma altra di iniziative sarebbe stato il caso, ma chissà che questo, non possa accadere, rinunciando ai grandi palchi e favorendo le tessiture che solo l'autenticità del "cercare" può offrire...

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