martedì 17 gennaio 2012

Storie di neve

Vuoto. Il freddo fa vuoto. Non siamo abituati a calarci giù il cappello, eppure, è necessario, ci si adatta e poi scopri il piacere d'aver le orecchie coperte. Vai a "rota"... Fanno impressione i fiocchi di neve, minimi, che non osano e fanno balletti d'accenno. Strade vuote, solo movimenti veloci vedo in villa. Quelli di chi ha bisogno e, soprattutto con il freddo, il caldo di una dose smuove a contrattare. Li ascolto camminado, li sfioro sbirciando il veloce passamano. Sorrido, amaro. Anche nei suoi traffici drogati la città è cambiata, divenuti più "discreti" rispetto ai "clamori" degli anni Ottanta – Novanta quando l'eroina era manifesta. Ma certo non c'è da tener bassa la guardia, i "movimenti" son certo presenti, sotterranei ed incisivi se è vero (com'è vero) che la droga pervade il vissuto contemporaneo e la neve, quella sì che osa, è la coca nei nasi e nelle vene di chi ha freddo alle orecchie e al cuore! Soprattutto al cuore!

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