sabato 21 gennaio 2012

La politica e la crosta

Gratto via la crosta, si va sempre lì, quando finisce il dolore, così anche senza pensarci, le “passioni” ti chiamano, anche quando il “no” preme e lo sguardo tenta volgersi altrove. Mi guarda e mi chiede: “Quanto la politica conta nel quotidiano delle persone?”. "Oh! La politica! La crosta!", penso. Lui subito agiunge: “Conta come fastidio! La personalizzazione che scontiamo è un peso. I nomi delle persone non possono rappresentare un "idealità". E poi cos'è l'idealità? Le persone vorrebbero un buon vivere, vorrebbero amministratori capaci di non esistere, d'essere solo "buon servizio", "buon governo" della cosa di tutti. In Italia non è così, la politica, anzi i politici ti entrano dappertutto. Se chiudi la porta si fanno "volantino" ed eccoli comparire sulla soglia, sul parabrezza. Non puoi star tranquillo e pensare che c’è uno o una che in silenzio fa il suo dovere, con discrezione e dedizione e per cinque anni non se ne parla”. Già! Non se ne parla...

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