giovedì 16 gennaio 2020

“Le vie bodiniane ma non solo”



di Mauro Marino*

Buona idea quella delle “Vie Bodiniane” progetto preso in esame dall’Assessorato alla Cultura della Citta di Lecce di Fabiana Cicirillo, su proposta del consigliere comunale Gabriele Molendini e dello studioso Alessandro Cannavale; in realtà,un’idea già presente nella vita culturale della città, avviata e praticata dalle passeggiate letterarie promosse,negli scorsi anni,dal “Centro di ricerca PENS: Poesia Contemporanea e Nuove Scritture” del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento. Incontri corali e itineranti che hanno coinvolto molte voci di lettori (anche quella del sindaco Carlo Salvemini sotto le mura del Castello di Carlo V°) e associazioni culturali ricordando Vittorio Bodini (nella prima edizione), Carmelo Bene e Vittorio Pagano creando assonanze, evocando rimandi tra i versi, le esperienze di vita e i luoghi della città.Significativa in questo senso è stata anche la passeggiata dedicata a Edoardo De Candia in occasione della retrospettiva a lui dedicata nel 2017.
“La città e i suoi artisti” questa la chiave per raccontare Lecce, per dare sostanza alla sua Storia e alle storie che l’hanno resa ciò che oggi è; per concretizzare un’immagine altra della nostra città, per ritrovare e dare contenuto ai luoghi oggi preda di un distratto via vai senza meta; per invitare cittadini e visitatori ad esplorarla oltre le consuetudini della passeggiata cittadina che “inonda” il corso lasciando deserte le vie circostanti.
Tanti sono i poeti, gli scrittori, gli artisti che hanno abitato Lecce, che l’hanno celebrata “amata e odiata” con i loro versi e le loro opere: Carmelo Bene ha vissuto la sua adolescenza e la prima giovinezza in via degli Antoglietta; percorrere le vie di Vittorio Pagano e di Rina Durante ci aiuterebbe a uscire dal recinto della città vecchia; con Edoardo De Candia arriveremmo fino a San Cataldo… Nomi che evocano altri nomi tracciando una linea che dal passato ci porta ad un presente pieno di esperienze di fare creativo. Ciò che auspico è una chiarezza di metodo e di prospettiva nella messa in opera del progetto delle “Vie Bodiniane”, non un episodio ma la leva di un ragionamento complessivo sulla città per rendere la città stessa patrimonio condiviso oltre la retorica, oltre l’episodicità e la superficialità. Un lavoro da ideare in maniera partecipata coinvolgendo nella sua ideazione e messa in opera il “corpo pensante” della nostra comunità.

*Gazzetta del Mezzogiorno, Martedì 14 gennaio 2020