venerdì 9 dicembre 2011

Contemplare il Tempo

“Parlare per immagini è trovare una nuova valvola di creatività tra le molteplici righe della comunicazione diffusa e nota, un modo per accomunare negli stessi intenti gli abitanti dell’universo parallelo della fotografia”.
Così leggo sul sito che presenta il Mediterraneo Foto Festival una delle "imprese" più interessanti della complessa (e problematica) scena degli eventi leccesi.
Continuiamo a leggere, la suggestione delle parole è forte: “Una passione - parlare per immagini - che trova le sue radici nella voglia di manifestare l’arte e il potere della luce sulle cose, una sorta di sogno che aspetta l’istante in cui tutto è fermato, per ritrovarsi poi nella memoria”.
Il mistero di un clic - il chiudersi della tendina - l'infinitesimo tempo, che rimane impresso, a cucire poesia e poetica con il potere del guardare. Inquadrare è l’arte, tagliare un frammento che dice, dice, dice... agli occhi dell’altro!
“Parlare per immagini è la voglia di lasciare andare dei messaggi, colpire l’osservatore con un significato più o meno raccontato e narrabile, una sostituzione vera e propria di un alfabeto consueto attraverso lettere emotive, sillabe sensazionali, parole empatiche. Ma è anche una forma di pura espressione di una peculiarità interiore, la lente con la quale si è in grado di percepire la realtà contingente, documentando o distorcendo, proiettando o capovolgendo”.È di questa molteplice materia la fotografia, l’“esserci” di cui parla Piero Marsili Libelli., in un intervista a Paese nuovo, la presenza che accoglie e traduce, e si rende interprete.
La fotografia è scrittura può salvare questo tempo che dell’immagine è succube. “Riguardare” allora, è compito dei fotografi, ridare all’occhio la possibilità di comprendere il Tempo, la sua necessità di essere prima che vissuto, “contemplato”. Attraversato col corpo-occhio, filtrato, “com-preso”, accolto. In questo la possibile rinascita, nella distanza che conta la luce e che nella luce trova la direzione. Un pensiero nuovo!
Non si può sperare che questo quando l’orrore ci incontra e le immagini della guerra vengono a noi! Quando il pianto rompe il velo e si mostra nell’urlo.

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