martedì 13 dicembre 2011

Solletico per graffi

“E se tornassi fuori a guardare quello che accade in città, invece di star lì a fare il filosofo..?” Così mi ha apostrofato, con il giornale in mano, un tizio che neanche conoscevo. Già, darsi ai lettori comporta questo rischio: diventi “voce” e quando manchi c’è qualcuno che s’incazza. “Mi piacevano i tuoi corsivi acidi, mi mancano” ha aggiunto. Già, anche a me, ho pensato! Certo che ne avrei di motivi per scatenarmi in “graffi”. Ma devo dire che la scena non stimola la penna ma ben altre funzioni. Il teatrino politico, l’ingolfamento delle primarie, gli arresti eccellenti, il filobus che non parte, i tira e molla di Vendola e Fiore. Mi fanno noia! Sarò snob? Bha, mi va bene così. Son cronaca e come cronaca vanno trattati, non c’è spazio per il pensiero, per nessun volo, neanche più per lo sfottò. E’ ordinario che continua l’ordinarietà, null’altro. Speriamo nel solletico!

1 commento:

  1. "e quando manchi c'è qualcuno che s'incazza" ahahah! ahii...se è vero! ma fa niente mauro, gli zompi quotidiani sono tali e tanti! L'ordinario impoetico così spesso!Ci sarà nuovo tempo per i graffi, avercele voci come la tua, e invece scuali e pesce-palla a pppalla tutt'intorno! La poesia tua è anche questa breve auto-analisi. un abbraccio

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